Rispondi a: MY GOLF: Diario di Aquila80

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Aquila80Aquila80
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Settembre è in genere uno dei mesi più prolifici per gli avidi golfisti, per me invece è stato un mese con zero gare all’attivo e poco campo in generale.

Ieri torno in gara dopo oltre due mesi, giorno di ferie e gara organizzata dall’academy del mio pro al glorioso circolo dell’Olgiata.

Tee time alle 11:40 che mi lascia il tempo di fare tutto con calma, preparazione e riscaldamento pre partenza. La troppa calma mi porta però a riflettere troppo su che scarpe mettere. Finora ho giocato con le scarpe estive, ma domenica a Roma c’è stato un forte acquazzone che temevo potesse aver inzuppato il campo, e quindi col timore di imbarcare acqua alla 1 e passare la giornata con le rane nei calzini opto per le scarpe invernali.

Non solo la giornata sarà splendida, ma il campo sarà arido in un modo che non mi sarei aspettato nemmeno in pieno agosto.

E le mie scarpe invernali hanno due difetti. Il primo che sono nere, e quindi col sole a picco ti si infuocano i piedi; il secondo che evidentemente il lavaggio pre riposo estivo le ha ristrette. Risultato: passerò tutta la giornata con dolore crescente sulle punte dei piedi e piedi infuocati. Alla fine me la caverò con due vesciche e unghie doloranti ancora oggi…

Tutto questo preambolo è solo un misero tentativo di giustificare una giornata di golf ai limiti del penoso. Eppure avevo ottime sensazioni, anche la pratica pre gara era andata molto bene. Però che non sarebbe stata una giornata ricca di soddisfazioni si era capito già al primo tee shot: palla che si apre e colpisce le fronde alte degli alberi a destra. Sia io che il mio pro, che mi stava dietro, vediamo che la scimmietta ha ributtato la palla a terra quindi mi avvio tranquillo alla ricerca. Nonostante avessimo visto bene il punto e nonostante fosse un rough non alto, in quattro non troviamo traccia della palla. Torno sul tee, tiro il terzo, di nuovo alberi a destra. Questa volta la trovo ma è nel bosco. Non ne esco del tutto, ho un approccio al green da lie non buono e il green è rialzato. Tento un lob ma con quel lie il contatto non è buono, parte un mezzo top che salta il green e si perde nella scarpata dietro. Prima buca, prima X, due palle perse.

Le buone sensazioni sono già miseramente andate a donne di facili costumi e da lì è un calando. Da segnalare un par alla 6 e un altro alla 16, per il resto solo collezione di doppi, tripli e X. Miseri 26 punti, ben sette in meno della stessa gara fatta un anno fa, quando però giocavo con sette colpi in più.

Olgiata si conferma campo ostico, poca acqua ma tantissimi alberi ovunque, quindi se non si va dritti sono dolori. Lo stato del campo lascia un po’ a desiderare. Oltre all’atavico problema dei cinghiali che devastano regolarmente alcuni fairway, ho trovato lo stato generale del campo peggiore dell’ultima volta che ci ho giocato (un anno fa, identico periodo). Ampie chiazze di erba bruciata e bunker quasi privi di sabbia, per contro green in condizioni più che accettabili.