Caro Francesco,
ho letto e riletto le tue parole, con il cuore pesante… io sono solo uno che da poco tempo ara i campi ma che ama quei momenti in cui la palla, bontà sua fa ciò che desidero.
Da quelle tue parole mi sento di dire una cosa… non sei stanco del golf, non sei stanco di te nel golf. Sei stanco di certe persone e di certi ambienti. Questa è la mia impressione e non riesco a togliermela. Le parole di chi ti conosce, ma anche le tue, la confermano.
Cambia persone, cambia circolo se ti è possibile. Il gioco non ti ha tradito come non lo hai tradito tu come giocatore. In quelle parole amare non sento odio ne indifferenza per il gioco, basta leggere di come racconti le tue prime Ryder cup e la passione che sotto le braci esiste ancora.
Ti esorto, senza citare Dante, a permettere a te stesso di godere ed entusiasmarti per ciò che il più nobile dei giochi può dare. In fondo si gioca per se stessi. La sfida è sempre in primis rispetto a noi stessi… non è il caso di permettere a fattori esterni di allontanarti.
Quella pallina bianca è sempre sincera, si comporta e agisce sulla base di ciò che le trasmetti attraverso le mani, i fianchi ma, soprattutto, la mente ed il cuore.
Sarei felice di poterti incontrare alla prossima HoG cup se vorrai. La giudicherei una perdita anche personale se così non fosse. Tutto qui.
“E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle; che tutta ingrata, tutta matta ed empia si farà contr’a te; ma poco oppresso, ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.
Di sua bestialitate il suo processo farà la prova; si ch’a te fia bello averti fatta parte per te stesso”
- Questa risposta è stata modificata 6 anni, 10 mesi fa da Sarastro.