Il Circolo Golf Torino si trova vicino a Torino, in direzioni Valli di Lanzo, a fianco del GC Royal Park ed è come quest’ultimo inserito nel Parco regionale della Mandria.
Per arrivare il modo più rapido è utilizzare l’uscita Borgaro della tangenziale e seguire sempre per Lanzo. Dopo aver passato l’ingresso del Royal Park (piccola rotonda), si prosegue dritti fino alla fine del muro del parco, poi si gira (altra rotonda) a sinistra e dopo 400 mt, sempre costeggiando il muro, a sinistra c’è il cancello d’ingresso.
Dopo la guardiola c’è un ampio parcheggio ospiti sulla destra; dall’altro lato rispetto alla stradina d’accesso c’è l’ampio campo pratica, con postazioni coperte, battitore in erba immenso e putting green con 18 buche. Il gettone costa 1,50 eur per 25 palline.
Dopo il parcheggio l’ex-cascina a U ospita il fornito pro-shop, il deposito sacche e il caddie master, mentre sulla sinistra dopo il campo pratica la costruzione più moderna ospita segreteria, spogliatoi soci e ospiti (separati, al piano superiore, non enormi ma confortevoli) bar/ristorante con terrazza esterna sulle buche 6-7 Blu e piscina da 25 mt.
Venendo al campo: la manutenzione è spettacolare, fairway curatissimi, bunker ben sabbiati senza una pietra, green perfetti (vedere la pallina che tiene la linea senza mai saltellare è quasi commovente) e decisamente più veloci della media a cui siamo abituati (quando l’ho giocato erano 3,25 mt – 10 feet – il green di pratica, 3,08 – poco più di 9 feet – i green delle buche).
Il rough merita un discorso a parte; se tagliato corto è giocabile, se lasciato qualche cm più lungo diventa impegnativo davvero. Ci sono poi ampie zone di “terzo rough” con erba spessa e fitta anche di 20 cm (non fescue, ma erba verde) da cui già uscire è un miracolo, con la palla che galleggia in modi strani e il bastone che si incastra facilmente.
DESCRIZIONE DELLE BUCHE – PERCORSO GIALLO
Buca 1 par 4
Leggero dogleg a sinistra, decisamente lungo (ca. 380 dai gialli), più stertto sul primo colpo, più ampio sul secondo. Sul tee shot occhio agli slice, a destra c’è OAL. Il green ampio e sopraelevato verso il fondo, è difeso da bunker non troppo profondi.
Buca 2 par 4
Ancora più lungo, ma più facile. La buca è quasi dritta, solo alla fine curva leggermente a sinistra prima del green. Il tee shot è facile verso un fairway molto largo nella zona di atterraggio, anche più di quanto non sembri dalle mappette sul sito web (che, tra l’altro, sono fatte benissimo, e sono le stesse sul tee di ogni buca). Meglio andare a destra che a sinistra col tee shot, in caso di errore. IL green pende dal fondo all’inizio in maniera sensibile, ed è molto lungo; probabilmente meglio rimanere corti al green che andare in fondo, in caso di bandiera corta (due volte su due era lì), perchè si rischia un putt di 20 metri in discesa.
Buca 3 par 4
Il primo dei numerosissimi dogleg, questo è a sinistra. Il tee shot non è complicato, basta evitare il gancio perchè a sinistra c’è FL nei primi metri, poi i paletti bianchi si allontanano e c’è un slargo all’interno della curva. Occhio a tirare il driver; bisogna tirare in direzione del bunker, ma i più lunghi rischiano di arrivarci. Il green è a panettone, con discesa verso destra e bunker a sinistra. Dietro c’è OA, ma per prenderlo bisogna proprio sbagliare bastone.
Buca 4 par 3
Par 3 corto (l’unico) e non difficile, basta non farsi condizionare dall’acqua. Un ferro 8 o 9, secondo la bandiera, dovrebbe bastare. I green sono abbastanza profondi. Anche in caso di OA il doppio bogey è comunque fattibile senza difficoltà, senza acqua si gioca per il par.
Buca 5 par 5
Par 5 medio, di 457 mt (gialli), ma bello e intrigante; è infatti un doppio dogleg a destra. E’ quindi necessario giocare sempre sul lato sinistra del fairway per avere vista libera. Sul tee shot eventuali colpi a destra sono comunque gestibili, perchè gli alberi non sono fitti (betulle principalmente) e c’è quindi spazio sia per layup a tornare in pista, sia – se vi va bene – per colpi a tagliare ulteriormente il dogleg. Sul secondo dogleg sono problemi, perchè la parte interna della seconda curva, una 50 di metri prima del green, è presidiata da alberi di alto fusto. Il green è enorme, pendente verso il centro (ha quasi due sponde laterali) e verso l’ingresso.
Buca 6 par 4
Buca di 354, ma in realtà raggiungibile in 2 con un pò di rischio. Il tee shot è facile su fairway ampio che pienga a sinistra di quasi 90°. Come nella 3, anche qui FL a sinistra sul tee shot ma area che si allarga. Dall’interno del dogleg si può provare al green, ma bisogna fare un colpo cieco su piante medie, e sperare di passare i bunker che difendono il green a sinistra. Dal fairway si può tirare al green, ma si è più lontani, di nuovo sono in gioco i bunker (io ho fatto ibrido 21° in centro pista e ferro 6 a 20 mt dal green sulla destra, avrei potuto osare un altro ibrido ma non me la sono sentita). Il green è molto complicato, con un gradino altissimo che divide in due livelli.
Buca 7 par 4
Buca hcp 1, a buona ragione. IL tee shot è verso un dogleg a destra, ma se non siete Colsaerts difficle possiate pensare di tagliarlo (piante alte a 200mt a interno curva. Il fairway prosegue stretto verso un green abbastanza piccolo (rispetto agli altri) con pendenza destra sinistra.
Buca 8 par 5
Lunga (493 mt) e bella buca tutta in contropendenza da destra sinistra, con alti alberi da entrambe le parti. Il secondo colpo è disturbato da un bunker di percorso su un dosso sul lato destra, quindi bisogna scegliere se stare più corti o provare a volarlo, il terzo colpo è – se siete stati corti – semicieco a superare il bunker. Il green pende dal fondo all’ingresso, ma meno di quel che sembra.
Buca 9 par 3
difficle par 3 di oltre 170 mt. Dal tee la buca scnde verso un OA, poi risale verso un green con doppio scalino. Il colpo deve essere dritto, perchè la buca è in mezzo agli alberi; se non si è sicuri, meglio giocare in prudenza un ferro 8 o 9 avanti l’acqua, poi un approccio in green.
Buca 10 par 5
Par 5 non lungo ma scenografico. Il tee shot è dall’alto su un fairway ampio con dogleg secco a sinistra. All’interno curva ci sono un lago e degli alti alberi; per arrivare sul dogleg e avere colpo aperto non bastano 180 metri…. si rischia di dover fare un pitch di secondo per poi tirare un legno o un ibrido lungo al green, con pendenze ma non impossibile.
Buca 11 par 3
Altro par 3 da 180 metri. La pista è ampia, le difficoltà sono sul green, protetto da un bunker profondo a destra, da altri due più piccoli ma sopraelevati a sinistra, e vi voglio vedere a fermare la palla col green che pende deciso verso destra….
Buca 12 par 4
Ancora un dogleg a destra con OA che costeggia il fairway a destra sul teeshot, e poi lo taglia competamente in corrispondenza della curva. E’ sufficiente un ibrido o un legno 5 per arrivare al dogleg prima dell’acqua ed avere campo aperto, da evitare lo slice. Il secondo colpo è verso un green più in basso, al fondo di un fairway con pendenza sinistra-destra e difeso da un ampio bunker a sinistra. Si può tirare di volo al green (sono comunque 175-180 metri da prima dell’acqua…. il mio shot of the day di ieri) oppure verso il bunker, i rimbalzi della palla la deviano verso destra e verso l’asta. Il green è quasi piatto (quasi piatto vuol dire che non ha le pendenze assurde degli altri, non illudetevi…)
Buca 13 par 4
Buca corta di poco sopra i 300 mt, facile. Dogleg secco a destra, ma c’è spazio in abbondanza e si può rischiare anche il taglio. Il green pende molto verso l’ingresso a sinistra, dietro c’è un mound che lo separa dalla strada cart.
Buca 14 par 3
par 3 corto (secondo la bandiera, da 130-140 mt) ma con lago che si insinua con una doppia ansa. In caso di acqua, c’è dropping zone. Forse più facile la bandiera a destra (credo la mettano meno corta) che a sinistra (messa ieri appena dopo l’OA, a inzio green).
Buca 15 par 4
BUca veramente difficle, ennesimo dogleg a destra. Dal tee si tira dritti (a destra possono essere problemi, c’è OAL, dipende com’è tagliato il rough, se corto la vostra pallina in slice può finire in acqua, se lungo…. vorreste fosse corto, fidatevi) un colpo semi cieco, perchè ai 160 la pista inizia a scendere e non si vede dove si ferma la pallina. Ci si trova quindi davanti un primo OA, un 100mt di fairway e un secondo largo (ca. 3 mt) OA davanti al green. Se siete sicuri dei vostri mezzi provateci pure, ma il buonsenso spinge per un ferro medio (6-7) prima dell’OA e un mezzo pitch in green. Arrivati lì sono atri dolori, perchè il reen è piatto solo nella parte iniziale, poi è una lunga salita verso il fondo.
Buca 16 par 5
Di oltre 500mt, in realtà non impossibili; il tee shot è verso un ampio fairway, più difficle il secondo, perchè la pista si stringe, e uscire sia a destra che a sinistra (imponente rough con rovi e OAL) vuol dire probabilmente palla persa. Il green è sopraelevato e difeso da un bunker a destra e da un albero a sinistra, non è piatto ma giocabile.
Buca 17 par 4
Buca non lunga (325mt), dritta ma complicata, soprattutto dal tee; c’è infatti un’ampia depressione in erba che ferma la palla e fa rimbalzare a destra, a meno che non abbiate un driver davvero potente. Il secondo colpo, se siete riusciti a passare, è relativamente facile, anche se gli alberi stringono lo spazio disponibile. Non ci sono però bunker, se non uno dietro; il green pende da sinistra a destra verso il fondo.
Buca 18 par 4
Quasi 400 mt, secco dogleg a destra di 90°, due buche in una. La prima è il tee shot, che deve essere abbastanza lungo (almeno 180 mt) da arrivare alla curva in centro fairway, passando gli alberi all’interno del dogleg. La seconda verso un green, ancora moolto lontano, più in basso di una 20ina di metri. Dopo il dogleg infatti una decisa discesa porta a un OA – difficilmente in gioco, salvo rattoni – da cui ci sono ancora 100 mt per il green, ampio e piatto (questo davvero). Per non farsi mancare nulla, sul secondo colpo bisogna anche fare occhio al FL (campo pratica) sulla destra fino al green.