Golf Club Castelrotto Siusi

Golf Club Castelrotto – Siusi si raggiunge attraverso l’autostrada A22 del Brennero. Uscita Bolzano Nord. Allo stop girare a sinistra e seguire indicazioni per Fiè, Siusi e Castelrotto. Prima di Siusi si vede, sulla sinistra, una grossa pietra con indicazioni per il circolo. Seguire la strada in discesa e si arriva alla sbarra di accesso all’hotel e golf club. Dopo la sbarra di accesso sulla destra, c’è un piazzale sterrato proprio dietro il tee della buca 10. Se si soggiorna all’hotel è possibile parcheggiare sotto la pensilina davanti la reception.

Quando l’ho visitato, non esisteva il pro shop, la reception dell’hotel funge anche da segreteria del golf: lì si pagano il green fee e si possono acquistare solo palline lost and found e tee. Per chi non soggiorna all’hotel gli spogliatoi si trovano accanto al driving range in una piccola casetta. Sono nuovi, pulitissimi e molto ordinati. Docce spaziose e armadietti non grandissimi ma ci sta tutto il necessario.

Ma veniamo alle strutture golfistiche, il Driving Range è una bellissima e grandissima struttura su due piani: c’è molto spazio a disposizione con comodi tralicci reggi sacca accanto ad ogni postazione. Dopo aver fatto rifornimento di palline dal classico distributore a moneta (2 Euro ma ne vengono giù un bel po’) si pratica solo da tappetini nuovi di zecca con tutti i bastoni essendoci sufficiente spazio anche per tirare il driver.

Il putting green invece è tenuto benissimo, dietro il driving range e davanti l’hotel. Pendenze molto accentuate che danno solo un’idea di cosa si troverà poi in campo.

La Club House fa parte integrante dell’hotel: non c’è una vera e propria club house se non la piccola casetta accanto agli spogliatoi ma l’ho trovata chiusa: all’interno si vedevano tavolini e divanetti.

Il ristorante con bar gestito dal simpaticissimo Kurt offre specialità Trentine e non. Le cameriere vestono tipici abiti della zona. La cucina è ottima e decisamente abbondante: anche una semplice insalata può diventare un problema portarla a termine.

Buca 1 (par 4) è un bel dog leg sinistro con tre laghetti sul tee shot. Non entrano in gioco nemmeno dai tee bianchi a meno di grossi errori. Il fairway si restringe e scende leggermente verso un green mosso e ben difeso. Buca non difficile per iniziare.

La buca 2 è un par 4 dritto e in salita ma corto: se si è lunghi si spara direttamente al green facendo però attenzione ai mouds e bunkers nascosti alla vista. In questa buca ho realizzato il mio secondo eagle.

La buca 3. Inizia il bello. Par 5 dog leg sinistro che pare un cunicolo. Tee shot ampio nella zona di atterraggio a meno che non si voglia tagliare l’angolo rischiano di finire nella scarpata sulla sinistra. Sul secondo colpo vediamo la bandiera mooooooolto in fondo con green sopraelevato e il fairway stretto tra montagna e scarpata. Il green è un grosso problema. Pendenze impossibili : da quanto detto dai soci i tre putt sono di routine anche dai più esperti.

Eccoci alla buca 4 par tre con grosso dislivello e green lungo e stretto. Bella buca. Può intimorire dal tee ma non è assolutamente difficile.

Dopo un bel trasferimento in salita e nel bosco si arriva alla buca 5 che è un bel par 4 non lunghissimo ma molto panoramico: sul secondo colpo si è proprio sotto lo Sciliar: magnifico veder volare la palla alta che pare andare addosso alla montagna.

Ed ora la buca 6 par 4 hcp 1: dai tee bianchi fa paura veramente. Non si vede nulla se non le cime degli alberi che aiutano ad intuire che è un dog leg sinistro e parecchio stretto. Buca completamente in discesa e green piccolo e molto mosso.

La buca 7 è completamente in salita. Parecchio in salita: il green non si vede nemmeno sul secondo colpo: bisogna avvicinarsi parecchio oppure salite su uno dei mouds che costeggiano il fairway. Il green è molto ampio e con parecchie pendenze.

Buca di riposo è la buca 8 (par 3) in discesa e green ampio. Nessun problema a meno di finire lunghi in caso si valutasse male la scelta del bastone da usare.

La buca 9 (par 4) ha la prima parte del fairway in discesa: consiglio di tirare un ferro 3 o 4 il più dritto possibile e piazzare. Tagliare il dog leg può essere pericoloso in quanto non si vede il green e l’eventuale presenza di gente sulla seconda parte del fairway.

Come prime nove non c’è male: si è già stanchi e l’arietta di montagna fa venire appetito. Sosta da Kurt per placare i morsi della fame. Attenzione: le porzioni sono gigantesche (almeno per me) e Kurt ci vizia con antipastini e quant’altro. Dopo un’oretta (il minimo sindacale per smaltire almeno in parte il pranzo) si parte per le seconde nove.

Occorre attraversare la stradina di accesso all’hotel e salire fino al parcheggio sterrato. E’ comunque tutto ben segnalato.

Eccoci sulla buca 10 : par 5 dog leg destro: prima parte del fairway corta e tra i pini: se si parte bene si può tentare di raggiungere il green in 2 ma è molto rischioso e come detto, occorre un tee shot perfetto in fade alto. Impensabile. Attenzione all’avvallamento a circa 60 metri al green.

Passati incolumi alla 10 si sale sul tee della buca 11: molto in pendenza. Anche il cart slitta e fa fatica. E’ un par 3 semplice. Nessun grosso preblema a meno di slice: in questo caso c’è il rischio di finire nella scarpata o nella migliore delle ipotesi, sul green della 10. Meglio sbagliare sulla sinistra e aiutarsi con la pendenza.

Veniamo alla buca 12: meraviglioso par 4 drivabile: partenza dall’alto e pianta da volare. Il drive in green o nei pressi del green non è impossibile. Se si sbaglia non si è perdonati: se si resta corti si finisce nella boscaglia, se si sbaglia a destra si va nell’orto di un signore, se si va a sinistra nella scarpata. Only the braves, quindi: drive al green.

La buca 13 è un corto par 4 di trasferimento, non mi è piaciuta molto, è una buca strana: fairvway su sue livelli quasi a 90° e green nascosto: dopo 5 giorni di gioco non sono riuscito a capirla.

La buca 14 è un altro par 4 sempre con tee shot dall’alto: se si è lunghi lunghi e si conosce la buca si tenta il drive al green: è un dog leg sinistro con seconda parte in netta discesa. Si riesce anche a sfruttare il rotolo della palla ma c’è possibilità di finire in uno dei 3 bunkers a diesa del green.

Ed ora sua maestosità: la buca 15. Par 3 con il dislivello più alto d’Europa (vanta questo primato da Guinness): 190 metri per 60 metri di dislivello. Si gioca massimo un ferro 8 per i più potenti o un ibrido per i meno potenti. Meraviglioso il panorama, la palla che parte alta e, cronometrata, resta in volo 10 secondi durante i quali si sta letteralmente in apnea. Meravigliosa, veramente. 

Con ancora il cuore a mille per l’adrenalina (anche per la discesa col cart dalla stradina veramente ripida) si arriva alla buca 16 che è un par 4 tutto in salita. Può diventare lungo per i meno potenti in quanto si fatica un po’ ad alzare la palla. Il green è contornato dai pini.

Dopo tutte queste emozioni la buca 17 è un bel par 3 in discesa relativamente facile.

E per finire in bellezza la buca 18: lungo par 4 in salita con arrivo sotto l’hotel: bei bunkers a difesa del green e quest’ultimo è molto mosso.

Per rientrare in hotel si passa col cart sotto un sottopassaggio: davvero suggestivo.

A proposito Falk

Falk

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