Chiropratica e Golf:
Golfer’s Elbow – il gomito del golfista
Oggi parliamo di “gomito del golfista”. Definita come una concomitanza di Dolore e infiammazione localizzata nella parte interna dell’articolazione del gomito, nella zona d’inserzione dei tendini appartenenti alla muscolatura dell’avanbraccio.
Il “gomito del golfista” è conosciuto anche con il nome di Epicondilite Mediale. E’ una patologia simile al “gomito del tennista” che però riguarda la parte interna del gomito.
Questo dolore non allontanerà l’appassionato dalla sua attività preferita se non momentaneamente. Non disperate poiché con un po’ di riposo e i trattamenti adeguati potrete tornare ad eseguire il vostro SWING!
Tra i sintomi possiamo annoverare:
- Dolore localizzato: nella parte interna corrispondente all’epicondilo mediale; molto frequentemente questo dolore (soprattutto nella fase acuta ) si può estendere in direzione del polso interessando dunque tutto l’ avanbraccio.
- Rigidità: questa sensazione sarà riferita nel momento di effettuare qualsiasi tipo di movimento a livello dell’articolazione interessata, può essere esacerbata dall’intento di stringere la mano a pugno.
- Debolezza: il paziente normalmente riferisce una perdita di forza soprattutto nella prensione. Pensiamo che nel momento di afferrare lo shaft mettiamo in atto un’attività muscolare soprattutto di tipo isometrico che per sua natura riduce il flusso sanguineo diretto alle fibre muscolari.
- Parestesia di tipo “formicolio”: questa sensazione è spesso irradiata a livello del quarto e quinto dito della mano (innervate dal nervo ulnare)
Il dolore caratterizzante questa patologia normalmente ha un’apparizione lenta e progressiva che peggiora quando l’atleta:
- Effettua lo swing
- Stringe la pallina con la mano
- Agita la mano
- Gira un pomello
- Sostiene un peso con il palmo della mano rivolto verso l’alto
- Effettua un tipico movimento combinato di flessione ulnare e flessione del polso
Cause??
E’ causato da un danno ai muscoli e apparato tendineo che controllano il movimento di polso e dita. Il danno è spesso causato da microtraumi ripetuti oppure da un eccesso di attività. In alcuni casi il fattore scatenante è un’applicazione di forza improvvisa a livello di gomito e mano.
Fattori di rischio che aumentano l’incidenza:
Questa patologia infiammatoria è comune tra gli uomini di un’età compresa tra i 20 e i 49 anni anche se può coinvolgere chiunque svolga un tipo di attività ripetitiva.
Complicazioni possibili:
Sono soprattutto dovute ad una mancanza di attenzione verso la sintomatologia iniziale. Dunque se trascurata può portare a :
- Dolore cronico
- Limitazione del movimento articolare
- Spasmo muscolare prolungato in un particolare distretto muscolare (con un cambio a livello microscopico della fibra caratterizzato da fibrosi)
Linee guida per un trattamento iniziale..
D’accordo con i protocolli riabilitativi più utilizzati (e anche con il buon senso) quello che possiamo consigliare è:
- RIPOSO!!!!! (dall’ attività sportiva..ricordate che a volte 2 settimane possono sembrare tante ma cosa sono se comparate a diversi mesi di divertimento sul green???)
- Applicazione di ghiaccio a livello locale (meglio più volte al giorno con un’applicazione di circa 15 minuti e un intervallo di 1 o 2 ore tra un’applicazione e l’altra).
- Stretching e rinforzo muscolare dell’area interessata: una corretta elasticità muscolare è importante per prevenire altri infortuni e il rinforzo muscolare è d’obbligo se vogliamo ottenere un’articolazione stabile che possa meglio sopportare i microtraumi!
- Ridurre la tensione : con un tutore specifico (che potete acquistare in ortopedia..dietro consiglio dello vostro dottore) possiamo alleviare la tensione muscolare nel punto d’inserzione di questi ultimi riducendo cosi lo stress li dove ci interessa
- Ritornare gradualmente all’attività : un ripasso dei gesti da compiere per ottenere uno swing corretto non è una perdita di tempo! Servirà per aumentare la coscienza del gesto e rinforzare le reti neurali (di cui già in precedenza vi avevo parlato “forum: address ben bilanciato”)
Eviterei il più possibile l’assunzione di farmaci anti infiattori soprattutto se cortisonici e assolutamente eviterei INFILTRAZIONI di qualunque tipo; consultando la letteratura scientifica a riguardo si è visto che la metabolizzazione di questi farmaci può provocare microcristallizzazioni e successive rotture delle fibre tendinee…
Ultimo ma non per importanza è AFFIDARSI AL GIUSTO PROFESSIONISTA.
Molto spesso i professionista hanno al loro seguito il proprio chiropratico durante i tour e durante le sessioni d’allenamento, certo questo non può essere per tutti, ma ognuno di noi può recarsi nello studio del chiropratico d’elezione.
Nel nostro caso un Dottore in chiropratica (per la lista completa rimando al sito dell’associazione italiana chiropratici) potrà aiutarci nel trattamento in fase acuta attuando per mezzo di test specifici per delineare l’origine del problema (molto spesso dove percepiamo il dolore risulta essere solo la punta dell’iceberg) e successivamente grazie ad alcuni movimenti specifici, rapidi ed indolori può restituire all’articolazione la giusta mobilità!!!!!
Anche il fisioterapista può giocare un ruolo importante soprattutto con la massoterapia e l’applicazione della terapia fisica (laser ultrasuoni ecc) che però dev’essere una terapia complementare e non sostitutiva !
Dott. Ft. La Rocca Benedetto
Laureato in fisioterapia
Laureato in chiropratica-RCU maria cristina Madrid (Spain)
Bibliografia
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