Il percorso dell’Augusta National in Georgia è il campo su cui si disputa tutti gli anni il prestigioso US Master o meglio quello che tutti amano definire The Masters.
Nel’inverno del 2001 il percorso dell’Augusta National venne allungato di 300 yards passando dalla lunghezza originaria di 6.985 yards alla nuova misura di 7.270 yards.
“Il nostro obiettivo è quello di mantenere il percorso al passo con i tempi”
dichiarò in un comunicato ufficiale Hootie Johnson Chairman dell’Augusta National.
Molti alberi vennero abbatuti per consentire il posizionamento di nuovi tee arretrati alle buche 1, 7,8, 9, 10, 11, 13, 14 e 18. Proprio alla 18 ci furono i principali cambiamenti. Il tee venne arretrato di 60 yards e portato un po’ più a destra mentre i bunker da fairway che erano stati inseriti nel 1968 vennero allargati del 10%.
Nel corso del 2002 venne allungata la buca 5 dove i tee vennero spostati indietro ed i bunker all’arrivo del primo colpo vennero avanzati di 80 yards verso il green.
Nel 2003 venne allungata la buca 5 che diventò così 455 yards mentre nell’edizione del 2004 venne rifatto il green della 13 sotto al quale venne inserito un avanzato sistema di raffreddamento e riscaldamento automatico ed impiantati 36 alberi lungo il fairway della buca 11.
Prima dell’edizione del 2006 vennero modificate 6 buche, la 1, la 4, la 7, la 11, la 15 e la 17 dove il tee di partenza venne spostato indietro di lunghezze variabili fra le 10 e le 40 yards. Vennero aggiunti alberi alla 1, alla 7 e alla 11 e vennero ristretti e modificati i tagli dei fairway alla 11 ed alla 15. Dopo le modifiche il percorso misurava 7.445 yards, 3.735 le prime nove e 3.710 le seconde nove.
Prima dell’edizione del 2008 vennero modificate le buche 1, 7, 9 ed 11. Alla 1 il tee venne allungato in avanti di 10 yards, il green della 7 venne allargato di due metri a sinistra, il green della 9 venne reso più morbido nei due livelli di destra ed infine alla 11 vennero rimossi alcuni alberi. Le modifiche al percorso non cambiarono la misura del campo.
Prima dell’edizione del 2009 vennero modificate le buche 1, 5, 6, 7 e 15. Alla 1 il tee venne ridotto di 7 yards e la buca accorciata di 10 yards passando da 455 a 445 yards, alla 5 ed alla 6 i green vennero ricostruiti per migliorare il sistema di riscaldamento e raffreddamento installato, alla 7 vennero aggiunte 10 yards al tee di partenza ed infine anche alla 15 vennero aggiunte 8-9 yards al tee di partenza e vennero rimosse un paio di piante sul lato destro del fairway.
La buca 14 è l’unica buca del percorso senza bunker.
Di seguito vi proponiamo un dettaglio delle diverse buche del golf club di Augusta, una particolarità di questo percorso è che ogni buca prende il nome da una varietà di fiore/pianta, presente sul percorso stesso, un piacere per il gioco e un piacere per gli occhi.
Hole No. 1: Tea Olive – Par 4, 406 Metri
La buca uno presenta un dogleg a destra in salita. Il drive giocato sulla sinistra potrebbe colpire gli alberi. La buca uno richiede precisione sul secondo colpo per raggiungere un green molto ondulato, un approccio corto può portare ad un difficile due putt…
Un po di storia per questa buca, nel 1935 presentava sulla sinistra un bunker di percorso che è poi stato rimosso mentre un bunker posto in fronte/sinistra al gree è stato aggiunto nel 1951.
Il nome della buca Osmanthus fragrans, nativo del sud dell’Asia, è un arbusto sempre verde appartenente alla famiglia degli Olivi. Da dicembre a marzo si caratterizza con dei piccoli fiori bianchi deliziosamente profumati.
La pianta raggiunge l’altezza di L’ulivo Tea Olive attains a height of 16 to 20 feet.
L’Ulivo Tea raggiunge un’altezza di 14-18 metri.
Punteggio più alto e più basso, 2 Frank Moore 1940 – 8 Olin Browne – Scott Simpson 1998 – Billy Casper 2001 – Jeev Milkha Singh 2007
Hole No. 2: Pink Dogwood- Par 5, 525 Metri
La buca due è un par 5 con un dogleg sulla sinistra che può essere raggiungibile in due. Un grosso e profondo bunker sul lato del green richiede attenzione nel secondo colpo.
Originariamente il green era “srovegliato” da un lungo bunker sulla destra, nel 1966 il bunker è stato ridotto come dimensione ed è stato aggiunto un bunker sulla sinistra nel 1946.
Il nome della buca, fa riferimento alla Cornus florida che è un contributo Americano all’orticoltura ornamentale.
Questo albero è una mutazione che si propaga per innesto su una piantina corniolo bianco.
A secondo del clima, l’albero fiorisce da fine marzo ad aprile. Questa buca è fiancheggiata da masse di questi alberi che colorano il percorso.
Punteggio più alto e più basso, 3 Olin Dutra 1935 – 10 Sam Byrd 1948
Hole No. 3: Flowering Peach – Par 4, 320 Metri
Un classico par 4 corto, attenzione però a non giocare corti perchè i 4 bunker di percorso rendono l’area di atterraggio pericolosa. Nel colpo al green meglio essere lunghi piuttosto che corti, la superfice del green pende da destra verso sinistra.
Alister MacKenzie, l’architetto del Augusta National con Bobby Jones, credeva che questa buca fosse quasi perfetta ed è per questo che non è stata mai modificata nel corso degli anni.
La buca prende il nome dal Prunus persica, pianta nativa della China. La particolarità di questa pianta è più per i suoi fiori appariscenti che per i suoi frutti, possono venire nei colori del bianco, rosa, rosso o vargiegato e in genere fioriscono da metà a fine marzo.
Punteggio più alto e più basso, 2 Bruce Crampton 1974 – 8 Douglas Clarke 1980
Hole No. 4: Flowering Crab Apple – Par 3, 219 Metri
La buca 4 è un par 3 che richiede un ferro lungo ed è resa più difficile dal vento. Due bunkers posti sul fronte destro e sinistro, controllato il green che scende verso il fronte.
Storicamente il green di questa buca era fatto a forma di boomerang, mentre adesso è un po più ampio e la curva è meno estrema, ma la buca rimane l’unico bersaglio.
La buca prende il nome dalle piante di mele selvatiche, Malus hybrida, piante orientali note per la loro ampia fioritura. Fioritura che è possibile ammirare da fine marzo ad aprile, dal colore rosa dato dai fiori e seguita in autunno da piccole mele colorate, cibo prediletto per gli uccelli selvatici.
Punteggio più alto e più basso, 1 Jeff Sluman 1992 – 7 Dave Eichelberger 1965 – Jim Colbert 1972 – Nathaniel Crosby 1982 – Doug Ford 2000
Hole No. 5: Magnolia – Par 4, 416 Metri
Buca in salita con dogleg sulla sinistra e green in pendenza. Il fairway bunkers è profondo e posizionato in modo accurato per “accogliere” il tiro dal tee. Per superarlo è necessario un tiro di 288 metri circa, il green pende verso il fairways e il bunker sul retro non consente tiri lunghi.
Questa buca fu ispirata alla leggendaria Road Hole dell’Old Course di St. Andrews. Bobby Jones all’inizio non approvava il fairway bunkers.
Il nome della buca prende spunto da uno degli alberi più presenti sul percorso dell’Augusta National. La Magnolia grandiflora è descrittivo della struttura imponente e sempre verde di questo albero, la fioritura di grandi fiori bianchi avviene tra Maggio e Giugno.
Punteggio più alto e più basso, 2 Art Wall 1974 – 8 Bill Campbell 1957 – Sam Parks 1957 – Chick Harbert 1960 – Jerry Barber 1964
Hole No. 6: Juniper – Par 3, 164 Metri
Questo par 3 con il tee di partenza elevato e un ampio e ondulato green è tutt’altro che semplice.
La posizione della bandiera renderà questa buca più facile o più difficile, infatti i dislivelli presenti sul green e le pendenza dal fronte al retro creano non poche difficoltà.
Nel 1930 il green era preceduto da un rusciello, poi nel 1950 da uno stagno, ma erano due pericoli che entravano poco in gioco e quindi furono rimossi nel 1959.
La buca prende il nome dalla Juniperus virginiana, un albero sempre verde nativo, chiamato più comunemente Cedro Rosso. L’aroma di questo legno lo rende comunemente utilizzato per la produzione di cassapanche e altri mobili. Alberi più giovani di questa specie sono comunemente utilizzati al sud come alberi di natale.
Punteggio più alto e più basso, 1 Billy Joe Patton 1954 – 7 Josè Maria Olazabal 1991 – Arnold Palmer 1997
Hole No. 7: Pampas – Par 4, 411 Metri
In questa buca il drive viene spesso giocato nel centro-sinsitra del fairway per lasciarsi un secondo colpo facile al green. Da qui un ferro medio può essere giocato ma bisogna stare attenti ai tre bunker davanti al green e dei due posti dietro.
Questa buca non è mai risultata molto importante fino a Horton Smith, che nel 1934 e 1936 è stato campione del Masters, suggerì di ricostruire il green e aggiungere i bunker per renderla più impegnativa.
Il nome di questa buca proviene dalla sua erba pampas, la Cortaderia selloana. Nativa dell’Argentina, offre una fioritura in agosto fino alla primavera successiva.
Punteggio più alto e più basso, 2 Dick Mayer 1955 – 8 DeWitt Weaver 1972 – Richard von Tacky Jr. 1981
Hole No. 8: Yellow Jasmine – Par 5, 521 Metri
Un drive preciso è necessario per evitare il fairway bunker posto sulla destra di questa buca in salita.
Il lungo e stretto green è privo di bunker. Ma è “sorvegliato” da una serie di cumuli e avvallamenti, il più grande fiancheggia il lato sinistro.
Dal punto di vista storico, questa buca ha visto dei miglioramenti nel 1956 per diminuire gli avvallamenti e favorire la “vista” al pubblico, ma nel 1979 sono stati ripristinati sotto la supervisione di Byron Nelson. A livello statistico invece Bruce Devlin segnò in questa buca il secondo double eagle nella storia del Master nel 1967.
La buca prende il nome dal Gelsemium sempervirens, un vitigno nativo del sud-est, i fiori gialli a forma di tromba sbocciano con il primo caldo di fine Febbraio fino a Marzo.
Punteggio più alto e più basso, 2 Bruce Devlin 1967 – 12 Frank Walsh 1935
Hole No. 9: Carolina Cherry – Par 4, 460 Metri
Questa buca è conosciuta per la forma del suo green che pende dal retro verso la parte frontale. I giocatori solitamente piazzano la palla bassa sulla parte destra per evitare di dover fare i conti con due bunker che proteggono il green sulla sinistra con il secondo colpo.
Originariamente il green della buca 9 presentava un “falso fronte” rispetto a quello del green attuale. I colpi tendevano a correre dietro verso il fairway.
Il nome della buca deriva dalla Prunus caroliniana, una pianta piccola e sempre verde, la pianta produce grappoli di piccoli fiori bianchi nel periodo di Aprile seguiti da bacche nere che sono amate dagli uccelli.
Punteggio più alto e più basso, 2 Earl Stewart 1954 – 8 Jack Selby 1948 – Richard Davies 1963
Hole No. 10: Camellia – Par 4, 452 Metri
Un lungo par 4 con una ripida collina e un bunker centrale lungo circa 54 metri e molto vicino al green. I giocatori dovrebbero piazzare il drive sul centro sinistra per avere un buon angolo al green che pende da destra verso sinistra. Fino al 1935 questa era la buca 1, la più difficile del percorso.
Originariamente il green della buca 10 era posizionato a destra dell’enorme bunker di percorso, nel 1937, la supercifice per il putt è stata spostata e rialzata dietro al bunker per rendere la buca ancora più difficile.
Il nome della buca prende spunto dalla Camellia japonica, un arbusto sempreverde dal classico fiore appartenente alla famiglia del tè, ed è originario della Cina e del Giappone. La famiglia Berckmans, che gestiva un asilo nido all’interno della proprietà prima della costruzione dell’Augusta National, importò la pianta.
Periodo di fioritura e il colore varia a seconda delle varietà. Entrambe le specie japonica e sasanqua abbondano su questo green.
Punteggio più alto e più basso, 2 Dick Metz 1940 – 8 Joe Kirkwood Jr. 1951 – Craig Wood 1954 – Ben Crenshaw 1979 – Bill Hoffer 1984
Hole No. 11: White Dogwood – Par 4, 461 Metri
In questa buca inizia il famosissimo Amen Corner, e il vento è sempre una costante da considerare.
Il tee shot si gioca da una collinetta da sinistra verso destra, mentre uno stagno protegge il green sul lato sinistro e un bunker è strategicamente piazzato sul centro destra.
Questa buca è famosa per il miracoloso chip-in di Larry Mize giocato per battere Greg Norman nel playoff del Masters del 1987. Prima del 1950, il Rae’s Creek scorreva davanti a questo green, successivamente venne sostituito da un’ostacolo più grande costituito dall’attuale stagno.
La buca prende il nome dalla Cornus florida, uno dei più popolari alberi dell’est degli Stati Uniti. I fiori, che fanno la fioritura a fine Marzo, inizio Aprile, sono seguiti da bacche rosse e lucide in Agosto e da un colorito fogliame in autunno.
Punteggio più alto e più basso, 2 Jerry Barber 1962 – 9 Dow Finsterwald 1952 – Bo Wininger 1958 – William Moody III 1980
Hole No. 12: Golden Bell – Par 3, 141 Metri
Una delle buche più famose nel golf, questo par 3 è il più corto dell’Augusta National. La scelta del ferro da usare e del colpo da giocare è sempre difficile, si può passare da un ferro 6 ad un ferro 9 a causa del vento che spesso entra in gioco in questa buca.
La presenza del Rae’s Creek, e la posizione strategica dei tre bunkers rendono obbligatorio raggiungere il green con precisione, per poi giocare il putt. Per raggiungere il green i giocatori dovranno passare sopra al Ben Hogan Bridge.
La buca 12 è da sempre una buca imprevedibile, con il vento “capriccioso”, il green vicino all’acqua e la presenza dei bunker è stata spesso decisiva nell’assegnazione del titolo nei Masters passati.
La buca prende il nome dalla Forsythia intermedia, che è un arbusto dell’Estremo Oriente e appartenente alla famiglia delle Olive. In primavera è possibile vederlo fiorito in molte parti dell’America e poche piante possono eguagliare la brillantezza dei suoi fiori gialli, la fioritura è in marzo e inizio aprile.
Punteggio più alto e più basso, 1 Claude Harmon 1947 – 13 Tom Weiskopf 1980
Hole No. 13: Azalea – Par 5, 466 Metri
Un primo colpo da piazzare in centro fairway per questo dogleg sulla sinistra consente ai giocatori di raggiungere il green in due colpi. Un affluente del Rae’s Creek davanti al gremì rialzato e quattro bunker alle spalle non consentono grandi possibilità di errore. Il Byron Nelson Bridge si trova appena fuori dal tee.
Storicamente questa buca non è mai stata progettata ma scoperta, tutto quello che Alister MacKenzie si è limitato di fare è stato quello di costruire il green sul lato opposto del torrente.
Questa buca prende il nome dalla pianta per la quale l’Augusta National è più noto. Si tratta della specie del Rhododendron, che può essere visto in molte forme nel percorso, con oltre 30 varietà di specie. Il periodo di fioritura va da marzo a metà aprile. Dal tee al green, questa buca è affiancata sul lato sud, da circa 1.600 azalee, tra cui molte specie differenti.
Punteggio più alto e più basso, 2 Jeff Maggert 1994 – 13 Tommy Nakajima 1978
Hole No. 14: Chinese Fir – Par 4, 402 Metri
Un par 4 senza bunker che però presenta diverse insidie, la prima è un green “terrazzato” che scende da sinistra verso destra. Se si piazza un buon drive come primo colpo il secondo è un ferro medio al green.
Storicamente era presente un bunker di percorso nell’area di atterraggio ma fu rimosso nel Masters del 1952 rendendo così questa buca l’unica senza nemmeno un bunker.
La buca prende il nome dalla pianta esotica Cunninghamia lanceolata, nativa della Cina. I fiori sono poco appariscenti e di colore verdi, seguiti da un cono ornamentale. Il fogliame rimane asciutto e morto sui rami per diversi anni. L’abete cinese è un albero molto apprezzato in Cina e in Giappone, dove è spesso utilizzato per il legname e la lavorazione del legno.
Punteggio più alto e più basso, 2 Frank Stranahan 1954 – 8 Nick Price 1993
Hole No. 15: Firethorn – Par 5, 484 Metri
Un par 5 semplice specialmente in caso di vento favorevole. Se giocato bene il secondo colpo può essere giocato sopra al lago e lontano dai bunker che proteggono il green sulla destra.
Gene Sarazen in questa buca ha giocato il “shot heard ’round the world”, quando ha imbucato con un legno 4 un approccio di 214 metri per un double eagle nel 1935.
Nel 1935 il green della buca 15 non aveva bunker a protezione, perchè Bobby Jones credeva fermamente che tutti i par 5 del campo dovevano essere raggiungibili in due colpi dai migliori giocatori.
La buca prende il nome dalla Pyracantha coccinea, una delle più prolifiche produttrici di bacche rosse-arancio. Appartiene alla famiglia delle rose e nel mese di aprile è coperta da numerosi piccoli fiori bianco crema, che a loro volta formano le bacche brillanti. Il nome Firethorn deriva dalla moltitudine di spine che coprono i rami. L’albero è nativo del sud Europa.
Punteggio più alto e più basso, 2 Gene Sarazen 1935 -11 Jumbo Ozaki 1987 – Ben Crenshaw 1997 – Ignacio Garrido 1998
Hole No. 16: Redbud – Par 3, 155 Yards
Questa buca è da giocare interamente sopra all’acqua, il green è protetto da 3 bunker. La superficie del green presenta una marcata pendenza da destra verso sinistra, serve quindi un colpo al green preciso per avere delle possiblità di chiudere la buca con un birdie.
Ad Alister MacKenzie la buca 16 originale assomigliava troppo alla 12, ma era troppo semplice per i partecipanti al Masters quindi nel 1947 è stato costruito il lago e il green è stato spostato sulla destra.
Il nome della buca deriva dal Cercis canadensis, un piccolo albero nativo dell’Est degli Stati Uniti chiamato comunemente albero di Giuda, produce fiori che sono orchidee rosa e presenta una fioritura da inizio Marzo ad Aprile.
Punteggio più alto e più basso, 1 Ross Somerville 1934 – 11 Herman Barron 1950
Hole No. 17: Nandina – Par 4, 402 Metri
Il green di questo par 4 ondulato mette alla prova i giocatori, offrendo pendenze in tutte le direzioni. La posizione della bandiera nella parte dietro a destra del green è particolarmente impegnativa.
Originariamente la buca 17 non era difesa dai bunkers ed è stata disegnata per accogliere i colpi a correre. Adesso il bunker posto davanti al green consiglia un approccio in sicurezza. L’Eisenhower Tree si trova appena a sinsitra del fairway, a circa 192 metri dal tee.
La buca prende il nome dalla Nandina domestica, chiamata anche Heavenly Bamboo, che è una pianta orientale.
Spesso è possibile vederla vicino alle porte di ingresso delle case in Giappone, come simbolo di buona fortuna in grado di mediare le dispute familiri. Con fioritura in Maggio, i suoi boccioli bianchi e le bacche rosse durano dall’autunno all’inverno.
Punteggio più alto e più basso, 2 Takaaki Kono 1969 – 7 Bill Campbell 1951 e altri 13 giocatori
Hole No. 18: Holly – Par 4, 425 Metri
Una delle più famose buche conclusive nel golf, questo dogleg collinare verso destra è protetto da due bunker di percorso a sinistra posti sul gomito della curva. Un drive basso al centro obbliga poi un secondo colpo con un ferro medio, il green stretto è controllato da un piccolo bunker sulla sinistra e da uno più grande e complesso sulla destra.
Anche nella sua forma originale, il 18 ° green aveva due livelli distinti. I dintorni sono stati sagomati per migliorare le linee di vista per gli spettatori.
Ilex opaca, American Holly, è un albero sempreverde di medie dimensioni. L’albero porta fiori poco appariscenti, con solo l’albero femmina in grado di produrre frutti di bosco. Il frutto comincia a diventare rosso in autunno e persiste in inverno. È ampiamente usato per le decorazioni natalizie. Ci sono diverse varietà di agrifoglio sulla buca 18.
Punteggio più alto e più basso, 2 Felice Torza 1948 – 8 Denny Shute 1959 – Homero Blancas 1970 – Masashi Jumbo Ozaki 1994 – Ian Baker – Finch 1995 – Arnold Palmer 2000 – Henrik Stenson 2012
Ecco un’ampia descrizione delle 18 buche del percorso dell’Augusta National, un campo da golf stupendo e da sogno che tutti vorrebbero giocare in questa settimana di torneo.
Non ci resta che goderci il torneo in TV ammirando ogni buca e ogni fiore con qualche consapevolezza in più sul tipo di buca che ogni giocatore andrà ad afforntare.