Fallisce il turismo del golf in Italia, Donnafugata Golf Resort simbolo di un paese non ancora pronto per il turismo legato al golf ?
Il titolo di questo articolo è volutamente una provocazione, da una parte vogliamo portare a conoscenza di tutti il caso di fallimento del Donnafugata Golf Resort in Sicilia che in questi primi mesi del 2019 sta andando all’asta, ma dall’altro lato vogliamo mettere in risalto come il turismo del golf in Italia forse non attira così tanto gli investitori come si potrebbe pensare.
Per chi non conosce il Donnafugata Golf Resort, si tratta di una struttura costruita all’interno di una parco di 240 ettari, composta da oltre 200 camere e suite, sale riunioni, centro benessere e fitness ma sopratutto due campi da golf a 18 buche.
Un percorso Parkland firmato da Gary Player e immerso tra gli ulivi e un percorso Links progettato da Franco Piras, che si affaccia sul mare, due campi da golf ad alta attrazione turistica in una posizione climatica ottima che fanno del Donnafugata Golf Resort una perfetta struttura per il turismo golfistico.
A maggio 2018 la struttura è stata dichiarata fallita e messa all’asta, al primo appuntamento di Gennaio 2019 solo un’azienda presente ma nulla di fatto, il secondo atto dell’asta è previsto per il 18 Febbraio per cercare di aggiudicare ad un nuovo gestore la struttura turistica con annessi i campi da golf.
Il contratto d’affitto per 2 anni è di 32mila euro mensili e richiede una fideiussione bancaria di 5 milioni, fatevi due conti e se avete due spiccioli perché non farvi avanti ?
In molti si sono chiesti, ma perché il Donnafugata Golf Resort è fallito ?
Come spiega Il Sole 24 Ore in un’inchiesta pubblicata sulle sue pagine, il fallimento sembra provocato da:
“Un contenzioso la cui origine va ricercata nel contratto di vendita e affitto degli immobili stipulato a suo tempo tra la famiglia Arezzo e la Donnafugata Resort”
Oltre quindi ad un fattore tecnico-burocratico, su cui non ci sentiamo di giudicare, dietro alla struttura siciliana lavorano 45 dipendenti (di cui 8 a tempo pieno e 37 part-time) che al momento sono sospesi e non licenziati, quindi senza ammortizzatori sociali, situazione delicata per alcune famiglie che portavano avanti la struttura ed erano estranee ai fatti.
Anzi gli stessi dipendenti segnalano che la struttura sembra non aver mai sofferto la crisi e a quanto pare per il 2019, le prenotazioni per le vacanze segnavano già 1 milione e 600 mila euro, dopo che il 2018 aveva infranto i “record” di incasso degli anni precedenti.
Quando è stato comunicato il licenziamento pare che nei conti correnti ci fosse una liquidità di 1,5 milioni.
La situazione fallimento del Donnafugata Golf Resort è quindi molto delicata, staremo a vedere se l’asta del 18 Febbraio 2019 avrà una svolta positiva ma la strada è certamente tutta in salita.
Il turismo golfistico in Italia non sa da fare ?
Dal fallimento del Donnafugata Golf però si apre anche una discussione sul turismo golfistico in Italia come forma di business, se nessun imprenditore vuole accollarsi questa struttura che sembra registrare presenze senza alcun sforzo, perché nessun imprenditore italiano o straniero è interessato a rilevare la struttura per investire sul turismo del golf in Sicilia e in Italia ?
La struttura siciliana ha di certo negli anni ospitato diversi turisti stranieri, è possibile che ad oggi il turismo legato al golf in Italia non faccia ancora gola a nessuno ?
O forse i numeri della struttura non sono così floridi, ma in realtà sarebbe più corretto dire che proprio i numeri del turismo del golf in Italia, per come siamo strutturati ora non saranno mai paragonabili nemmeno ad un terzo di quelli spagnoli ?
A vostro avviso il turismo legato al golf in Italia può veramente essere un’arma da sfruttare a favore ? O forse è l’ennesima via che si cerca di trovare per far crescere il golf in una nazione dove stenta a partire una crescita corposa ?
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