Gioco corto IL PUTTING

Peter Dobereiner diceva che metà del golf è divertimento, l’altra metà è putting!

Un famoso detto sul tour recita:”Drive for show, putt for money” ossia il drive per lo spettacolo il putt per i soldi. Questo significa che è proprio sul putting green che molto spesso si decidono le sorti di un incontro, sia esso una partita tra amici, una gara della domenica o un torneo del tour professionistico.

Il putt è un colpo che richiede tanta pratica mentre è forse il meno praticato in assoluto dal principiante o giocatore medio. Più tempo passerete sul putting green, più la vostra abilità, sensibilità e sicurezza miglioreranno ed il vostro score si abbasserà.

Vi sono tre modi base per puttare: con le mani, con le mani e gli avambracci e con spalle braccia e bastone come un pendolo. L’uso di uno piuttosto che di un altro dipenderà dalla vostra sensibilità e dal modo in cui prenderete posizione sulla palla. In linea di massima sappiate che:

  1. La linea su cui si muoverà la testa del putt indietro ed avanti dipende dalla posizione delle vostre mani in relazione alla verticale delle spalle
  2. Gli occhi dovrebbero trovarsi sulla verticale della palla; questo dovrebbe aiutarvi nel visualizzare la linea corretta
  3. Le linee del corpo sono parallele alla linea della faccia del bastone
  4. La palla è posizionata più verso il piede sinistro
  5. Il bastone sarà impugnato più nei palmi di entrambe le mani in modo che la linea dello shaft si avvicini o coincida con la linea degli avambracci
  6. Cercate di colpire sempre la palla nello sweet spot

Nell’esecuzione del colpo pensiamo ad una lunghezza del movimento indietro uguale a quella del movimento in avanti o, altrimenti, ad un movimento in avanti più lungo. Uno degli errori più frequenti anche nel putt come nel resto del gioco corto è quello, difatti, di decelerare la testa del bastone attraverso l’impatto con la palla.

Oltre che alla mera esecuzione del colpo, nel putt dobbiamo tenere conto anche di altri molteplici fattori e dobbiamo, per così dire, imparare a leggere i green. Tutto è dettato dall’esperienza e dall’impegno del giocatore ma per aiutarvi a migliorare provate a:

  1. Studiare il green da lontano, man mano che vi avvicinate. Ogni green ha generalmente una pendenza principale dovuta alla conformazione del terreno. Vedrete questa pendenza molto meglio da 30 o 40 metri che non dal green stesso
  2. Osservare sempre dove termina il vostro approccio/putt o quello di chi gioca insieme a voi. Fate attenzione, in caso di approccio, alla direzione che prende la palla una volta che inizia a rotolare ed avrete una prima idea su come devierà il vostro putt
  3. Studiare la linea sia da dietro la palla che da dietro la buca
  4. Per valutare la distanza, studiate il colpo di lato e poi misuratela a passi
  5. Ricordare che la palla sente molto di più la pendenza sui green veloci che non su quelli lenti
  6. Considerare che in caso di due o più pendenze la palla, cominciando a rallentare, sentirà molto di più la seconda e la successiva che non la prima
  7. Dare la preferenza alla parte alta della buca
  8. Dopo aver determinato la pendenza del green e la direzione del colpo a concentrarvi solo sulla forza
  9. Cercate sempre, in caso non imbuchiate, di oltrepassare la buca di 20/30 cm. Restando sempre corti vi negherete sempre e comunque la possibilità di imbucare
  10. Una volta fatte le vostre scelte fidatevi e seguitele fino in fondo

E buona fortuna! Ebbene sì, è stato dimostrato che nel putt oltre che la tecnica interviene anche, ed abbastanza spesso, la fortuna.

Provate solo a pensare che l’impronta dei piedi sul green ci mette circa 30 minuti a scomparire e che i fili d’erba si rialzino tornando nella posizione originale. Per non parlare poi, di tutti i giocatori che vi hanno già “pestato” la linea del putt se la vostra partenza è nel pomeriggio.

Nel 2007 nel PGA Tour il 1° nella graduatoria del numero di putt aveva 27/28 putt per giro mentre il 190° ne aveva 30/31. Potete, quindi, vedere come solo 3 o 4 putt in più o in meno a giro facciano la differenza!

Per concludere facciamo un breve riassunto dei tipi di putt disponibili. Ne esistono fondamentalmente 3 tipi:

  • il blade o a lama che è quello con la testa sottile e l’inserzione dello shaft nel tacco (Phil Mickelson)
  • l’heel and toe che è quello classico tipo Ping Anser (Tiger Woods e Bubba Watson)
  • il mallet che è quello con la testa grossa di diverse forme -il più famoso è l’Odissey two balls- (Padraig Harrington)

Questi modelli sono generalmente di lunghezza standard tra i 33 ed i 35 pollici ed inoltre, tranne il blade, possono essere anche Belly che arrivano più o meno all’altezza dell’ombelico o dello stomaco e Long o Broomstick (manico di scopa) che arrivano all’altezza del mento o delle spalle.

Generalmente il Belly e soprattutto il Broomstick vengono considerati “l’ultima spiaggia” per chi soffre di “tic” nervosi sul putt. Ma se aiutano perché non usufruirne ?

Se vuoi scoprire più informazioni sui putter leggi questo articolo: Fitting per putter, lunghezza, loft e lie come sceglierli ?

Roberto Russo

PRO presso Maremma Golf Club

A proposito Roberto Russo

Dunlop54

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