Peter Dobereiner diceva che metà del golf è divertimento, l’altra metà è putting!
Un famoso detto sul tour recita:”Drive for show, putt for money” ossia il drive per lo spettacolo il putt per i soldi. Questo significa che è proprio sul putting green che molto spesso si decidono le sorti di un incontro, sia esso una partita tra amici, una gara della domenica o un torneo del tour professionistico.
Il putt è un colpo che richiede tanta pratica mentre è forse il meno praticato in assoluto dal principiante o giocatore medio. Più tempo passerete sul putting green, più la vostra abilità, sensibilità e sicurezza miglioreranno ed il vostro score si abbasserà.
Vi sono tre modi base per puttare: con le mani, con le mani e gli avambracci e con spalle braccia e bastone come un pendolo. L’uso di uno piuttosto che di un altro dipenderà dalla vostra sensibilità e dal modo in cui prenderete posizione sulla palla. In linea di massima sappiate che:
- La linea su cui si muoverà la testa del putt indietro ed avanti dipende dalla posizione delle vostre mani in relazione alla verticale delle spalle
- Gli occhi dovrebbero trovarsi sulla verticale della palla; questo dovrebbe aiutarvi nel visualizzare la linea corretta
- Le linee del corpo sono parallele alla linea della faccia del bastone
- La palla è posizionata più verso il piede sinistro
- Il bastone sarà impugnato più nei palmi di entrambe le mani in modo che la linea dello shaft si avvicini o coincida con la linea degli avambracci
- Cercate di colpire sempre la palla nello sweet spot
Nell’esecuzione del colpo pensiamo ad una lunghezza del movimento indietro uguale a quella del movimento in avanti o, altrimenti, ad un movimento in avanti più lungo. Uno degli errori più frequenti anche nel putt come nel resto del gioco corto è quello, difatti, di decelerare la testa del bastone attraverso l’impatto con la palla.
Oltre che alla mera esecuzione del colpo, nel putt dobbiamo tenere conto anche di altri molteplici fattori e dobbiamo, per così dire, imparare a leggere i green. Tutto è dettato dall’esperienza e dall’impegno del giocatore ma per aiutarvi a migliorare provate a:
- Studiare il green da lontano, man mano che vi avvicinate. Ogni green ha generalmente una pendenza principale dovuta alla conformazione del terreno. Vedrete questa pendenza molto meglio da 30 o 40 metri che non dal green stesso
- Osservare sempre dove termina il vostro approccio/putt o quello di chi gioca insieme a voi. Fate attenzione, in caso di approccio, alla direzione che prende la palla una volta che inizia a rotolare ed avrete una prima idea su come devierà il vostro putt
- Studiare la linea sia da dietro la palla che da dietro la buca
- Per valutare la distanza, studiate il colpo di lato e poi misuratela a passi
- Ricordare che la palla sente molto di più la pendenza sui green veloci che non su quelli lenti
- Considerare che in caso di due o più pendenze la palla, cominciando a rallentare, sentirà molto di più la seconda e la successiva che non la prima
- Dare la preferenza alla parte alta della buca
- Dopo aver determinato la pendenza del green e la direzione del colpo a concentrarvi solo sulla forza
- Cercate sempre, in caso non imbuchiate, di oltrepassare la buca di 20/30 cm. Restando sempre corti vi negherete sempre e comunque la possibilità di imbucare
- Una volta fatte le vostre scelte fidatevi e seguitele fino in fondo
E buona fortuna! Ebbene sì, è stato dimostrato che nel putt oltre che la tecnica interviene anche, ed abbastanza spesso, la fortuna.
Provate solo a pensare che l’impronta dei piedi sul green ci mette circa 30 minuti a scomparire e che i fili d’erba si rialzino tornando nella posizione originale. Per non parlare poi, di tutti i giocatori che vi hanno già “pestato” la linea del putt se la vostra partenza è nel pomeriggio.
Nel 2007 nel PGA Tour il 1° nella graduatoria del numero di putt aveva 27/28 putt per giro mentre il 190° ne aveva 30/31. Potete, quindi, vedere come solo 3 o 4 putt in più o in meno a giro facciano la differenza!
Per concludere facciamo un breve riassunto dei tipi di putt disponibili. Ne esistono fondamentalmente 3 tipi:
- il blade o a lama che è quello con la testa sottile e l’inserzione dello shaft nel tacco (Phil Mickelson)
- l’heel and toe che è quello classico tipo Ping Anser (Tiger Woods e Bubba Watson)
- il mallet che è quello con la testa grossa di diverse forme -il più famoso è l’Odissey two balls- (Padraig Harrington)
Questi modelli sono generalmente di lunghezza standard tra i 33 ed i 35 pollici ed inoltre, tranne il blade, possono essere anche Belly che arrivano più o meno all’altezza dell’ombelico o dello stomaco e Long o Broomstick (manico di scopa) che arrivano all’altezza del mento o delle spalle.
Generalmente il Belly e soprattutto il Broomstick vengono considerati “l’ultima spiaggia” per chi soffre di “tic” nervosi sul putt. Ma se aiutano perché non usufruirne ?
Se vuoi scoprire più informazioni sui putter leggi questo articolo: Fitting per putter, lunghezza, loft e lie come sceglierli ?
Roberto Russo
PRO presso Maremma Golf Club